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Alexander Ullman

Rabbi (TN)
Chiesa di San Bernardo [Mappa]
domenica 28 luglio 2024
ore 21:00

Programma

Edvard Grieg
Lyric Pieces, Op.71
Piano Transcriptions of Songs, Op.41
da Lyric Pieces, Op.43: 5. Erotik (Poema erotico)
da Lyric Pieces, Op.47: 5. Melankoli (Melanconia)
da Lyric Pieces, Op.68: 5. Bådnlåt (Alla culla)
Moods, Op.73
Peer Gynt, Op.23

Artisti

Alexander Ullman pianoforte

Rassegna

Omaggio all'Arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli 2024

Informazioni

INGRESSO GRATUITO
Informazioni: Rabbi Vacanze - tel. 0463-985048 - www.valdirabbi.com APT Val di Sole - Tel. 0463-901280 - www.visitvaldisole.it

Nella seconda metà dell’Ottocento il compositore norvegese Edvard Grieg ebbe un sensazionale successo in tutta Europa con i suoi Pezzi lirici, brevi pagine pianistiche all’epoca molto famose. Titoli suggestivi, difficoltà tecniche quasi sempre abbordabili, melodie influenzate dal folklore nordico e armonie raffinate richiamarono irresistibilmente l’attenzione degli appassionati di pianoforte. Ai nostri giorni, questo repertorio è un po’ più defilato, ma mantiene il suo fascino e merita di essere riscoperto.

Le raccolte di Pezzi lirici, ciascuna comprendente da sei a otto brani, sono in tutto dieci. L’ultima uscì come Op. 71, nel 1901, quando Grieg ormai malato viveva in un villaggio nei pressi di Bergen. Non stupisce se vi predomina un’insistente nostalgia, a cominciare da quella insita nella melodia popolare svedese con cui si apre C’era una volta. Segue Sera d’estate, un placido notturno, quasi di gusto francese. Coboldo (o piccolo elfo) procede a gran velocità su un basso staccato, al contrario del successivo pezzo, lento e cantabile, intitolato Pace della foresta. Halling è una vivacissima e spettacolare danza norvegese, assai marcata, che si avvale anche di due passi in glissando. Il sesto pezzo, Passato, reca come epigrafe “in memoriam” e presenta come indicazione di tempo “Andante doloroso”; ha un andamento sofferto e fortemente cromatico. L’ultimo brano, Rimembranza, è un tenero valzer che riprende la melodia del primissimo pezzo lirico, l’Op. 12 n. 1, Arietta. In questo modo l’autore poneva consapevolmente la parola fine al genere musicale che gli aveva garantito una fama così diffusa.

Grieg era un compositore assai dotato dal punto di vista melodico e dunque aveva scritto anche molta musica vocale. Nella raccolta Op. 41 egli stesso riunì sei trascrizioni per solo pianoforte di suoi bellissimi Lieder. Alla culla, con la melodia alla mano sinistra, ha un carattere doloroso perché la poesia accenna all’avvenuta morte della madre del bimbo che si sta addormentando. Anche Il piccolo Håkon ci narra di un infante e di sua mamma, oltre che di sogni sempre più animati. Io t’amo è una dichiarazione appassionata affidata idealmente a una voce di baritono. Sulle note di un breve valzer triste, Ella è così bianca dà vita a un compianto dell’amata defunta. La principessa del quinto brano chiede a un pastore di smettere di suonare il flauto così da poter fantasticare quando tramonta il sole. Infine, Io mando il mio canto alla primavera contrappone una melodia lirica a vivaci movenze di danza.

Tra i Pezzi lirici di Grieg solo tre fecero parte del repertorio di Arturo Benedetti Michelangeli: Poema erotico, Op. 43 n. 5 (1886) è un adagio di grande bellezza melodica con una sezione più appassionata al centro; Melanconia, Op. 47 n. 5 (1887) ottiene l’effetto desiderato con il tempo lento, la tonalità minore e le armonie cromatiche; Alla culla, Op. 68 n. 5 (1899) è una delicata ninna nanna in tempo Allegretto.

L’Op. 73 di Grieg, nota in italiano con il titolo di Stati d’animo è l’ultima raccolta pianistica del compositore norvegese e venne pubblicata nel 1905. Non tutti i pezzi risalgono all’ultimo periodo: il n. 5, uno Studio espressamente dedicato a Chopin (con una disposizione delle mani che ricorda, in parte, l’Op. 25 n.1), era già stato scritto diversi anni prima. Nella raccolta spiccano il brano d’apertura (Rassegnazione), l’ossessiva Cavalcata notturna, la delicatissima e fascinosa Aria popolare, infine la schietta e semplice Canzone dei montanari, ricca di contrasti dinamici e di ravvicinate entrate “a canone” tra le due mani.

La suite dalle musiche di scena per il Peer Gynt di Ibsen include alcune delle creazioni più celebri di Grieg. Il popolarissimo Mattino è un Allegretto pastorale, in origine destinato ad aprire il quarto e penultimo atto del dramma, laddove Ibsen evoca un palmeto ai bordi del mare. Si colloca invece nel terzo atto La morte di Åse, madre di Peer. La danza di Anitra è un valzer orientaleggiante che ritrae la fanciulla africana sedotta dal protagonista nel quarto atto. Al termine della suite troviamo Nell’antro del re della montagna, una danza volutamente grottesca, con allusione al personaggio di Dovre che appare nel secondo atto, quando Peer Gynt, bandito dal suo paese, si avventura nel mondo dei Troll, i folletti maligni della mitologia nordica.

Recital pianistico

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