Cinque anni fa, il 14 maggio 2020, scompariva a Bologna il Maestro Ezio Bosso, compositore di origine torinese che ha lavorato per dischiudere il mondo della musica classica a tutti, in nome di un’idea universale della musica come spazio d’incontro condiviso tra interpreti e pubblico.
Ogni anno, a partire dal 2022 il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna, e Annamaria Gallizio, per anni assistente personale del Maestro, hanno promosso l’organizzazione di un concerto per orchestra nella basilica di San Petronio, dedicato a Ezio Bosso. Questa occasione speciale si ripeterà nuovamente, domenica 18 maggio alle ore 18.30, ancora una volta in San Petronio.
La serata, con Anna Tifu al violino solista insieme alla Buxus Consort Strings, sarà occasione per percorrere un programma speciale, che vuole celebrare una delle ispirazioni primarie del laboratorio compositivo di Ezio Bosso: quella che deriva dal rapporto con la natura e con i suoi elementi.
Spesso per Ezio Bosso è la natura ad aprire le strade della scrittura musicale: dal respiro dell’uomo e della terra nei Six Breaths alle voci degli alberi della Sinfonia n. 2, Under the Trees’ Voices, dalle albe e i temporali che attraversano Music for Weather Elements, alla maestosità del mare che incontriamo nelle Seasongs e nella Sinfonia n. 1, Oceans.
Ezio Bosso si confronta continuamente con la natura perché probabilmente rappresenta un elemento di vitalità pura, dalla quale attingere a pieno quella dinamica che vuole fare propria per la sua musica. In essa sembra trovare tutte le sfumature musicali che gli servono, dal pianissimo al fortissimo, dal silenzio all’infuriare degli elementi.
Ad aprire e chiudere il concerto dunque tre brani, da tre differenti progetti musicali, trascritti per strumento solista e orchestra d’archi (rispettivamente il ciclo delle Seasongs, Via di mille e una cometa e Music for Weather Elements), che attraverso la straordinaria energia interpretativa di Anna Tifu al violino solista e di Relja Lukic al violoncello solista, ci trasporteranno nel pieno dell’ispirazione che nasce dal contatto della scrittura di Ezio Bosso con l’elemento naturale.
Nel repertorio classico l’esempio certamente più conosciuto quando si parla di ispirazione musicale legata alla natura è quello delle Quattro Stagioni di Vivaldi. In questo concerto proveremo ad entrare in contatto con l’ispirazione vivaldiana in una modalità nuova, ovvero attraverso la mediazione di Max Richter e le sue Four Seasons Recomposed. Richter rappresenta un ulteriore e fulgido esempio di come il contemporaneo si possa confrontare con la tradizione riscrivendola, consentendoci così di metterci in relazione con essa in modo del tutto nuovo.
«Le Quattro stagioni sono una di quelle piéce musicali onnipresenti – spiega Richter – e come nessun’altra fanno parte del nostro paesaggio musicale». Tuttavia il compositore inglese si è reso conto di come per molti, egli incluso, le stagioni vivaldiane abbiano cessato da tempo di essere qualcosa di bello e siano divenute una piéce of muzak, una sorta di canzonetta commerciale d’accompagnamento: “Le ascolti al supermercato regolarmente, ti ci imbatti nelle pubblicità o come musichetta di sottofondo quando attendi al telefono. Lentamente cominci a rimuoverle”.
Per questo Richter nelle sue Four Seasons ha smontato, nota per nota, i materiali musicali di cui sono composte le Quattro stagioni vivaldiane e li ha ricomposti per consentire all’ascoltatore una lettura nuova. Nella sua riscrittura Richter tiene presente naturalmente la preconoscenza di una musica tanto famosa da parte di chi ascolta e di chi esegue: anzi utilizza questa preconoscenza per potersi permettere la sovrapposizione di un differente layer interpretativo sull’originale, una sorta di contrappunto di senso che entra in conflitto e richiama continuamente la partitura vivaldiana. A rendere ancora più interessante questo esperimento compositivo si aggiunge infine la lontana famigliarità tra la regolarità dei pattern compositivi vivaldiani e il filone del post-minimalismo, che attraversa la musica di Richter.
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