Questo Beatus vir, impostato per solisti, coro, archi e basso continuo, scritto presumibilmente tra il 1713 e il 1719, è l’incipit in latino del Salmo 111 usato fino al Concilio Vaticano II come uno dei cinque salmi dei vespri delle domeniche, ed è stato musicato da molti importanti compositori barocchi. Composto nel 1716, il Gloria in re maggiore RV. 589 è senz’altro una delle pagine più spirituali e conosciute del musicista veneziano. L’organico prevede un coro a quattro parti, due soprani, un contralto, oboe, tromba, archi e basso continuo. Il testo è organizzato in dodici sezioni che alternano diverse forme ritmiche, timbriche e di tempi. Il Gloria rappresenta a pieno titolo la dimostrazione della capacità compositiva del Prete Rosso e della sua sensibilità e perizia nel creare con la musica stati d’animo che conducono a toccare nel profondo le corde dello spirito.
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