Voxonus Ensemble
I Musici di Santa Pelagia
Valeria La Grotta

Gli anni che segnarono il passaggio dal XVI al XVII secolo videro il rapido sviluppo della cantata da camera, genere vocale che soppiantò definitivamente l’ormai obsoleto madrigale rinascimentale, che aveva raggiunto livelli di vertiginosa perfezione grazie ad autori come Claudio Monteverdi. Nel giro di pochi decenni la cantata si diffuse a macchia d’olio in ogni parte d’Europa grazie alla sua struttura semplice ed estremamente versatile, che con la sua successione di recitativi e di arie poteva evocare episodi della mitologia o della storia classica o vicende amorose ambientate in soffuse atmosfere agresti con accenti ora introversi ora decisamente virtuosistici. Tra gli autori più prolifici di cantate da camera spicca il nome di Alessandro Scarlatti, compositore di cui nel 2025 si celebra il terzo centenario della scomparsa, che continua a essere considerato tra gli esponenti più emblematici non solo della Scuola napoletana, ma del Barocco europeo. Basate sui versi di poeti famosi come Silvio Stampiglia o di autori del tutto sconosciuti, le oltre settecento cantate di Scarlatti pervenute fino ai giorni nostri si distinguono per una scrittura brillante e molto originale, in cui la prorompente vena melodica che aveva reso il grande compositore palermitano uno degli idoli del melodramma di inizio Settecento va a braccetto con elementi ancora legati al passato, creando spesso l’atmosfera sospesa al di fuori dello spazio e del tempo di una favolosa Arcadia, che continua ad affascinare il pubblico dei giorni nostri.
[Giovanni Tasso]