Voxonus Duo

Bartolomeo Bruni, violinista, violista, compositore, direttore d’orchestra, ottenne grandi successi in Francia alla fine del Settecento, e la sua produzione, sia in campo operistico che in quello strumentale, fu assai vasta. Ma mentre i melodrammi, pur di ottima fattura e di grande successo presso il pubblico, rimangono piuttosto convenzionali, la Musica da Camera, ricca di gusto e inventiva, entrò ben presto nel repertorio dell’epoca, per essere tuttavia dimenticata in seguito. I Duetti n.3 e n. 6, entrambi in due movimenti, tratti dall’Op. 2 sono eccellenti esemplari di questo fine gusto compositivo, dove l’atteggiamento concertante trova magnifica realizzazione nel dialogo paritario tra i due strumenti. Anche Giuseppe Maria Cambini ottenne grande fama in Francia poco prima di Bruni, ed era considerato eccellente compositore - di opere, balletti, sinfonie concertanti, quartetti - stimato, e anche temuto con qualche ragione, da Mozart. La sua immensa produzione cameristica vibra di quello stile brillante e di quella grande facilità melodica che ritroviamo anche nel Duo in re maggiore n. 6 del Libro V. Due movimenti, un “Allegro Maestoso” e un “Rondò” di spumeggiante inventiva e vivacità ritmica, in un dialogo dove il violino e la viola sono l’uno nello specchio dell’altra. Di qualche decennio precedente è la presenza sulla scena musicale del torinese Felice Giardini, grandissimo violinista - esponente di quella straordinaria Scuola violinistica piemontese che nasce con gli esponenti della famiglia Somis per confluire nel linguaggio di Viotti - conosciuto in tutta Europa e prolifico nonché eccellente compositore, sia in campo operistico che in quello strumentale da camera, nella cui veste coniuga elementi galanti con quello stile classico che i compositori della Scuola di Mannheim da una parte, e J. C. Bach dall’altra, stavano plasmando. Straordinario fu il suo ruolo nello sviluppo linguistico del Quartetto e del Trio d’archi. Il Duo in Sib maggiore per violino e viola, inedito e mai pubblicato, rimane forse un unicum nella sua copiosa produzione cameristica. Tre movimenti (Allegro - Adagio - Allegro) in uno stile classico ben lontano dalle galanterie e ben più vicino allo stile di Haydn, nel dialogo serrato e teatrale del primo tempo, nella un poco introspettiva cantabilità del secondo, e nella ricchezza di accenti del terzo.
[Maurizio Cadossi]