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Quartetto di Cremona

Roma
Palazzo del Rettorato [Mappa]
martedì 3 dicembre 2024
ore 20:30

Programma

Béla Bartók
Quartetto per archi n. 3, Sz.85
Robert Schumann
Quartetto per archi n. 3, Op.41 No.3
Béla Bartók
Quartetto per archi n. 4, Sz.91

Artisti

Rassegna

Istituzione Universitaria dei Concerti 2024/2025

Informazioni

BIGLIETTI

L’idea di intraprendere l’integrale dei quartetti di Bartók, un must nella vita di un quartetto d’archi, è stata dettata dall’esigenza di cimentarsi con la complessità di un autore il cui virtuosismo strumentale e compositivo vanno affrontati con la maturità musicale acquisita dal nostro quartetto in un quarto di secolo insieme, e con una forza anche fisica che, per ora, non accenna a scemare. La difficile vita di Bartók, la sua ritrosia nell’insegnare composizione e quindi l’impegno e la solitudine che trovò nel lavoro, si riflettono appieno nei suoi quartetti, erroneamente considerati da molti come brani aggressivi e incomprensibili. In Bartók la ricerca della complessità è perfettamente bilanciata da uno sguardo poetico spesso impareggiabile, che si traduce in pagine di musica di una varietà sonora, ritmica e di una profondità impressionanti. Lo studio minuzioso ed estensivo che fece sulla musica popolare della sua regione, che considerava al primo posto per qualità rispetto a quella degli altri paesi, ci fa entrare in un mondo che è insieme “folk” e altamente programmato, strutturato ed esatto al tempo stesso. Molto più che in altri casi, nei quartetti di Bartók la scrittura è così avanzata, contrappuntistica e complessa che la parte dei singoli strumenti non ha senso senza il dialogo con gli altri.

Mentre un appassionato di Bartók potrebbe ascoltare in continuazione i suoi sei quartetti, ho sempre avuto l’impressione che per la maggior parte del pubblico ci sia bisogno di un tempo fisiologico per poter “digerire” tutte le informazioni che la sua musica fornisce. Da qui l’idea di affiancare ai suoi lavori i tre magnifici quartetti Op.41 di Schumann, normalmente poco eseguiti e che funzionano perfettamente nell’economia del nostro progetto, per creare una sorta di “cuscinetto poetico” tra le coppie di lavori di Bartók che presenteremo ad ogni concerto. Si tratterà quindi di una doppia integrale, dopo i cicli beethoveniano e mozartiano già presentati alla IUC. L’ascolto di Schumann non solo servirà per recuperare le energie (nostre e del pubblico) prima di un secondo Bartók, ma ritengo verrà apprezzato e goduto ancora di più per le caratteristiche proprie della sua musica: slancio romantico e irrazionalità del sentimento, pur all’interno di una scrittura classica e quindi ben misurata, posti in netto contrasto con il resto del programma. Spero che l’avvicinamento di questi mondi così lontani sottolinei le peculiarità di entrambi e crei in ogni concerto il bisogno dell’uno per amare di più l’altro. (Cristiano Gualco)

Quartetto d'archi

Altri spettacoli della rassegna

Istituzione Universitaria dei Concerti

17 maggio 2025 | 17:30

Orchestra da Camera Canova | Enrico Saverio Pagano | Gabriele Strata

Musiche di N. Campogrande, J. Haydn, W.A. Mozart

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