La poesia –
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.
[Wislawa Szimborska]
Nel 2023 si celebra il centenario della nascita di Wislawa Szymborska. Definita da taluni una ‘miniaturista’ e da altri ‘Mozart della poesia’. La sua biografia raccoglie le poche notizie che hanno segnato la sua vita: «Confidarsi in pubblico è come perdere l’anima. Qualcosa bisogna pur tenere per sé». Nella sua poesia si avverte lo sguardo serio del bambino che gioca, quel bambino che Wislawa era riuscita miracolosamente a conservare in sé crescendo. «La letteratura non detiene il monopolio della meraviglia», «la vita di tutti, quella consueta, è fonte incessante di stupore»: l’osservazione delle cose quotidiane operata con disarmante, ironica leggerezza e con un tono sempre vicino al lettore, solleva profonde domande esistenziali, presenti sottotraccia, ma drammatiche; la pregnanza del flusso vitale disvela grandi complessità. L’atto creativo, liberato dal fardello romantico di ‘messaggero’ della coscienza collettiva, si rivolge a pensieri semplici, comuni; «non lo so» diventa il detonatore di una forma d'ispirazione che non è altro che l’anima più autentica della ricerca.
Biografia, ritratto, sono anche le cartoline-collage che Wislawa Szymborska componeva ritagliando da riviste o giornali immagini, paesaggi e piccoli dettagli; che donava ad amici in occasioni di feste, o spediva per posta. Poesie e collage, allo stesso modo, scavano nella banalità dalla nostra esistenza per insegnarci a custodire gelosamente lo stupore, la più antica forma di pensiero dell’uomo. Collage è anche l’omaggio che si celebra questa sera: piccole notizie, stralci di discorsi, affermazioni rilasciate in qualche intervista, brani tratti da lettere fanno da cornice ai suoi versi. La ricerca di un continuum tra prosa e poesia in un unico flusso di coscienza, avviene con naturalezza proprio in quanto ogni lascito della Szymborska sprigiona essenza poetica, la sua vita stessa assurge al valore di poesia.
«Per me la poesia nasce dal silenzio», quello del foglio bianco. Poesia intrisa di una continua ricerca di senso, di domande con risposte appena accennate, nella quale il dubbio mantiene il posto d’onore. Si sono voluti pertanto inserire alcuni brani musicali che intendono consentire al pubblico il necessario spazio di meditazione, affidando alla musica il testimone del ‘silenzio’, dando valore al non-detto, all’immaginato, al vagheggiato. Non sono dunque momenti di commento ai testi, ma hanno la funzione di sollevare la mente dall’immanente e liberarla all’amore, alla curiosità. Si tratta di brani per flauto solo. Anche la scelta dello strumento ha un suo valore: un flautista in scena non è un divo, non è un ‘solista’, non ‘occupa la scena’ con la sua presenza performativa – come ad esempio, nel nostro immaginario, un pianista, un violinista. Il suo repertorio ha una destinazione privata, intima; non mira a stupire, a produrre emozioni laceranti, ma a insinuarsi, con gesti di raffinata sensibilità, negli anfratti del nostro io più profondo.
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